Immigrazione extracomunitaria altamente qualificata in Italia – percorsi e riconoscimenti delle qualifiche estere

Il cittadino extracomunitario che per motivi di lavoro deve o vuole trasferirsi in Italia per un soggiorno di lunga durata, si trova di fronte a vari scenari normativi alternativi, finalizzati tutti al rilascio del visto di soggiorno.

Il primo percorso è quello principale previsto dal c.d. “Decreto flussi” (Dpcm 29.12.2022), che per il 2023 prevedeva l’ingresso legalmente in Italia di 82.705 persone extracomunitarie; ogni anno vengono indicate delle quote di ingresso per ogni settore ed un termine iniziale (giorno ed ora) a partire dal quale vanno presentate le domande rigorosamente on-line (il c.d. click day). Tali domande devono essere presentate dal datore di lavoro che desidera  far entrare in Italia un determinato lavoratore, in presenza di specifici criteri previsti dalla Legge.

Onde evitare il percorso sopra indicato, evidentemente rischioso per il numero ristretto di domande accoglibili e per le tempistiche (le quote disponibili sono normalmente esaurite dopo pochi minuti dall’apertura del termine iniziale) e che ha come conseguenza molto probabile il rigetto  o il rinvio all’anno successivo della pratica, è possibile ricorrere alla procedura alternativa della “Carta Blu”.

La Carta Blu è un tipo particolare di permesso di soggiorno dedicato esclusivamente agli stranieri altamente qualificati ed ha il vantaggio di essere rilasciata anche fuori dai flussi di ingresso. Si intendono “stranieri altamente qualificati” coloro che sono in possesso di un titolo di studio rilasciato da istituti di istruzione superiore, di durata almeno triennale, con conseguimento del relativo diploma di laurea.

Il presupposto per l’avvio della procedura della Carta blu è l’ottenimento della “dichiarazione di valore” sul titolo di studi ottenuto all’estero, che viene rilasciato dal Consolato italiano di competenza (cioè situato nel luogo in cui si trova l’Istituto che ha rilasciato il titolo) che ha lo scopo di provare la validità del titolo in base alla normativa dello Stato estero. La normativa si estende anche ai lavoratori con qualifiche professionali tecniche di alto livello.

Ai fini del rilascio del visto d’ingresso in Italia al lavoratore proveniente da un Paese extra UE, il datore di lavoro deve presentare domanda di nulla osta fornendo la proposta di contratto, di durata di almeno un anno, allo sportello unico per l’Immigrazione con la procedura telematica, che fa capo alle Prefetture locali e quindi al Ministero degli Interni.

Nel caso in cui, il lavoratore sia titolare di una Carta Blu rilasciata da un altro Paese UE, può, dopo 18 mesi di soggiorno legale, richiedere l’ingresso in Italia senza necessità di visto. Il datore di lavoro può presentare domanda per il nulla osta anche prima dell’arrivo del lavoratore in Italia o comunque entro un mese dal suo arrivo.

Il titolare di Carta blu UE, solo per i primi due anni di occupazione legale sul territorio nazionale, può esercitare esclusivamente le attività lavorative conformi alle condizioni per le quali è stata rilasciata la Carta blu.

In merito al riconoscimento in Italia delle qualifiche ottenute in un Paese extracomunitario, queste non sono automatiche, ma deve essere presentata apposita domanda ai Ministeri di competenza in base alle qualifiche professionali ottenute. Tali riconoscimenti dei titoli, che presuppongono sempre la “dichiarazione di valore” acquisita nei Paesi di origine, sono dei procedimenti amministrativi definiti tramite legge e decreti ministeriali e posso concludersi con un riconoscimento semplice o con un decreto che impone delle misure compensative, come un esame o un breve tirocinio, in caso in cui lo studio all’estero non sia considerato equivalente agli standard europei.